domenica 20 maggio 2012

ORFANI


In questi giorni di totale panico e caos molte persone mi hanno detto:
“Sara Vuoi fare delle belle foto? Perché non vai a fotografare tutte le case crollate!”

Ecco io non ci riesco.

Forse perché in questa zona io ci abito, forse perché il terrore scorre ancora nelle mie  vene… fatto sta che non ci riesco.

Da giorni interminabili   mi sveglio la mattina e non vedo più le pareti della camera da letto, vedo le pareti di metallo della  mia  macchina, alzo la testa e vedo facce conosciute; sono i miei vicini di casa che come me vivono da sfollati in attesa di una perizia di agibilità della loro abitazione.

Carpi una realtà passata in sordina, nessun crollo importante ma  60.000 abitanti che vivono con mezzi di fortuna per le strade.

Case che all’ apparenza sembrano intatte ma che portano su scritto “questo edificio è inagibile”.

Oltre 6.000 richieste di intervento, ad oggi oltre  150 abitazioni inagibili.

Anziani e disabili residenti al 7° piano di condomini immensi che non avendo la prontezza e l’agilità di un ragazzo sono costretti a vivere in macchina o in tenda in attesa che questo terremoto finisca… in attesa che qualcuno possa dirgli “la tua casa è sicura”.

Vedo tutto questo intorno a me e non posso fare altro  che sentirmi orfana di uno stato assente.

Figli di una patria  ingorda che non ti concede neanche la dignità di un cambio di mutande.

E tutto quello che  le forze dell’ordine sono state capaci di offrirci ad oggi sono 3 bagni ecologici e 1 bancale di acqua.

Certo posso andare a fotografare tutti i ricordi di una vita andati in macerie, ma ho scelto di raccontare la storia di un piccolo quartiere che a fatica si sta autogestendo lottando contro la pioggia, il freddo e gli sciacalli pronti a toglierci anche quell’ultimo briciolo di dignità che ci è rimasto.

Sara Bonezzi